La betulla impertinente

“Non riuscirò mai a diventare grande e forte come te”, disse l’arbusto appena piantato alla betulla secolare che si trovava di fronte. Aggiunse: “Non ho scelto io di essere messo qui, su questo terreno ripido ed esposto al maestrale.
La betulla sorrise con un leggero fruscio delle foglie ma non rispose.
Calò la sera; gli animali notturni incuriositi dal nuovo albero arrivarono disponendosi lungo tronco e rami e attorno alle radici. L’arbusto provò ulteriore fastidio, protestando energicamente per allontanarli.
La betulla restò ancora a guardare.
Nel cuore della notte arrivò un capriolo con un cucciolo ferito. La mamma si distese dentro una cavità della betulla. Il piccolo, pur zoppicante, si spostò e si mise sotto l’arbusto che riteneva più adatto alla sua statura.
La betulla a quel punto disse: “Possiamo respingere le sfide intorno a noi o affrontarle. Il merito non sta nell’essere o meno all’altezza quanto nel riuscire a trovare il proprio spazio”.
L’arbusto sospirò e comprese che crescere significa innanzitutto accogliere.
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