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Febbraio 14, 2024 in 2024

Portabiglietti e mollettina

Marzo 2011.

La mia routine giornaliera è più o meno la seguente: mi sveglio intorno alle 7, allatto la mia bimba di 5 mesi, mi preparo, porto mio figlio di 4 anni alla scuola materna, poi il piccolo di 2,5 anni al nido, prendo la metro e vado al lavoro.
Alle 16 esco dall’ufficio, passo al nido e alla scuola materna. Rientro a casa, allatto la piccola e poi merenda, giochi, bagnetti, cena e altro ancora.
Tutto mi sembra normale e fattibile: sono organizzata, sono forte, mi sento stanca, sì, ma anche appagata.
Ho passione per il mio lavoro e ho passione per i miei figli. Quello che ho è quello che ho scelto.
Un giorno durante un incontro commerciale decido di dare ad un cliente il mio biglietto da visita.

Mentre apro il portabiglietti, che ho da 13 anni, quando ho iniziato a lavorare, mi accorgo di averci messo dentro una mollettina colorata e appariscente di mia figlia.
D’istinto chiudo subito il portabiglietti e dico al cliente che lo contatterò io.
Ho sbagliato, penso. Ho mischiato la mia vita personale con quella professionale. Avrei dovuto essere più attenta, ripeto a me stessa.
Sulle prime non ci faccio molto caso poi pian piano comincio a pensarci e a ripensarci.
Chi sono io? Qual è la mia identità adesso?
Ho passione per il mio lavoro e infatti ho scelto di tornare a lavorare.
Ho passione per i miei figli e infatti ho scelto di essere una madre presente.
Non ho niente da nascondere né da sminuire.
Non solo portabiglietti. Non solo mollettina.
La verità è che io adesso sono portabiglietti e mollettina.
Dopo qualche mese decido di lasciare il lavoro da consulente e creo una mia nuova
identità, una società di servizi per le mamme, mettendo in connessione portabiglietti e
mollettina.
Così è cominciata un’altra storia per me, senza sottrazioni né sostituzioni.
È iniziata una storia di connessioni.




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